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Iris Aguettant, attrice

All’inizio, vi è soltanto dell’acqua naturale, dormiente, a volte anche torbida: una municipalità scettica, dei genitori disperati per il fallimento del figlio, un industriale che ha preso l’economia per il Buon Dio. Che cosa possiamo fare con tutto ciò? Quando ci interrogano sul nostro lavoro di animatori o ci chiedono quale è il nostro metodo, il nostro approccio, ci trovano un po’ imbarazzati, confusi, sprovveduti; e di fatto lo siamo perché ci piacerebbe poter rispondere semplicemente:
“Ecco, in partenza vi è dell’acqua, all’arrivo del vino”. Non si può dire che il risultato sia sistematico, no. L’alchimia presuppone l’unione di un certo numero di condizioni: innanzitutto, delle persone consenzienti, poi delle giare in buono stato, degli atti precisi da compiere al momento giusto. Ma tutto ciò non basta. Il resto, il più importante, è la qualità della speranza, quella speranza che accetta tutte le forme d’intelligenza, di sensibilità, di situazioni, quella speranza che trova perfino un maligno piacere ad accettare i difetti e gli errori. Ecco ciò che fa digrignare i denti a noi perfezionisti che siamo stati generati dal mondo del razionale e del “difetto zero”